| Quanto hai contribuito alla sceneggiatura, e quanto sei potuta intervenire per modificare battute o scene? Fin dall’inizio è stata una collaborazione piacevole, il che penso sia un evento raro. Erano molto interessati alle mie idee, e da parte mia io non volevo pestare i piedi a nessuno. Non so come si gira un film, non volevo impicciarmi e peggiorare le cose. Quindi ho lasciato che fossero loro a venire da me, e loro sono venuti. Mi hanno fatto leggere la sceneggiatura, e mi hanno chiesto cosa ne pensassi. Ho rispedito indietro la sceneggiatura con molte correzioni a penna rossa, del tipo: “Ma Bella non userebbe queste parole invece di quelle?”. Non ho scritto cose del tipo “Cancellate tutta questa scena”, perché fin dall’inizio era una bella sceneggiatura. Ma mi hanno permesso di intervenire e credo che abbiano seguito il 90 per cento dei miei consigli.
C’era una battuta importantissima, sul leone e l’agnello, che hai insistito per tenere. Sai, è stato interessante, perché in realtà secondo me Melissa Rosenberg aveva riscritto quella battuta in un modo che funzionava meglio nel film. Ma il problema è che quella frase è tatuata sulla pelle di molte persone – cosa che, peraltro, non approvo affatto. Ma ho detto: “Sai, se cambiate quella frase poi qualcuno potrebbe aversene a male”. Ho pensato che fosse una buona occasione per fare qualcosa per i fan.
Ora che hai avuto un assaggio di Hollywood, ti piacerebbe scrivere una sceneggiatura anziché scrivere prima il romanzo? Non credo che potrei farlo, a meno che Hollywood non sia pronta per un film di 14 ore. Una volta ho cercato di scrivere un racconto breve, ed è venuto malissimo. Non so pensare in breve. Devo esplorare ogni minimo dettaglio delle cose. Ammiro molto le persone che sanno semplificare e riassumere le informazioni, ma non è il mio talento, quindi non so immaginare di poterci mai riuscire. Le mie idee sono spesso di natura visiva, ma avrei comunque bisogno dell’aiuto di un’altra persona.
Nel film c’è un momento cruciale in cui Bella dice: “Ho pensato ai ragni radioattivi e alla Kriptonite”. Hai mai pensato che sarebbe stato difficile allontanare la cultura popolare giovanile dai supereroi e riavvicinarla al soprannaturale, o ti sembrava qualcosa che ai giovani sarebbe potuto piacere? Non mi sono mai preoccupata di questo. Sono molto più attratta dai supereroi che dai vampiri. E penso che i miei vampiri siano più simili a supereroi che ai vampiri tradizionali. Scrivendo mi sono divertita con questa idea. E se a qualcuno non piace, be’, è per questo che al mondo ci sono 40 miliardi di libri: c’è qualcosa per tutti i gusti.
Puoi parlarci del cameo che hai girato per il film?Sì, ma è doloroso. Non è stata una mia idea, mi hanno persuasa a farlo. Hanno pensato che sarebbe stata una cosa carina per i fan, perché quasi tutti mi avrebbero riconosciuta. Pensavo che avrebbero fatto qualcosa di simile ai libri per bambini “Dov’è Wally?”, cioè io che cammino in mezzo alla folla, mi si vede per un secondo e vediamo un po’ chi riesce a scovarmi. E’ l’unica scena del film che taglierei volentieri, nonché l’unica per assistere alla quale ho dovuto coprirmi gli occhi. E’ stata dura per me.
Quante volte l’avete girata? Tutte le volte che è stato necessario agli altri attori.
Qual è il tuo cameo, per chi ancora non lo sa? Oh, non mi hai riconosciuta? Davvero? No, era nella scena in cui Bella e Charlie sono al ristorante e la cameriera chiede: “Ci sono notizie sull’omicidio di Waylon?”. C’era una donna seduta al bancone e chissà perché, la cinepresa inquadra lei per cinque secondi abbondanti, e tu pensi: “Perché stiamo guardando questa persona?”. E quella ero io.
La serie di Twilight è terminata? E’ terminata per il momento. Voglio dire, non posso promettere che non sentirò la mancanza dei Cullen e non tornerò a scrivere di loro magari tra dieci anni. Ma al momento mi sento molto soddisfatta del risultato e non ho progetti in merito. Ma, sai, non posso dare garanzie.
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