ecco un altro capitolo, come promesso un po' più lungo! grazie dei complimenti...ma non credo di essere così brava...sento che a questa ff manca qualcosa mmmh accetto qualsiasi consiglio
III CAPITOLO:La menzognaMi girai di scatto, il cuore stava per scoppiare non so se per lo spavento o per la sua presenza, da quando in qua mi faceva quell’effetto? Cosa mi aveva fatto? E come era riuscito ad arrivare senza farsi sentire, pur essendo in una scuola deserta? Quel ragazzo aveva un qualcosa di macabro
“da…” ripresi fiato”da dove…sei spuntato?”
“scusa, ti ho fatto prendere uno spavento eh!?”
“si” da quando Edward Cullen mi parlava?
“ehi” dissi riprendendomi di botto” da quando in qua mi parli?, sono due mesi che siamo seduti affianco e non ti è mai interessato neanche chiedermi come mi chiamo”
“lo so come ti chiami”
“o almeno presentarti”
“scusa, lo faccio ora, piacere Edward Cullen”
“non mi parli da due mesi e adesso te ne vieni con un flebile scusa?!” ormai ero partita in quarta, l’odio che avevo represso per tutto quel tempo stava per uscire” mi interessa poco che ti chiami Edward Cullen, ti potresti anche chiamare Cip ciop per me non fa alcuna differenza” cercò di soffocare una risata, non ci riuscì
“cosa ridi ah?, ti fa per caso ridere una ragazza offesa?”
“cip ciop??” rise ancora
“era per farti capire che non è importante come ti chiami, da dove vieni e chi sei, se ti comporti da divo. Perché notizia del giorno mio caro mister sono meglio degli altri, non sei nessuno” presi fiato per la prima volta da quando aveva aperto bocca, avevo il fiatone
“è questo che pensi di me?”
“no l’ho detto così perché mi diverto ad insultare la gente senza un motivo, SI CHE LO PENSO”
“ Ti ho offesa vero?”
“allora hai qualche danno a livello celebrale tu! Se non mi avessi offesa reagirei così?”
“no”sembrava veramente dispiaciuto, non mi guardava negli occhi, guardava a terra, come un bambino dopo essere stato sgridato dalla madre.
“scusami, è che io non posso…ecco…niente”
“cosa?” dissi ancora arrabbiata
“niente” quella era la goccia che faceva traboccare il vaso, mi girai e me ne andai
“dove vai?” mi gridò dietro lui, mi fermai di colpo e gli gridai a mia volta” a lasciare la parte” mi voltai e ricominciai a camminare, non lo sentii più, forse si era arreso.
Passò un frangente di secondo e mi sentì prendere per il braccio, mi girai ed Edward era lì quando pochi istanti prima si trovava a metri di distanza, la sua mano sul cappotto mi fece rabbrividire, ero inebriata dal suo odore e confusa dal suo tocco leggero e forte allo stesso tempo. Non riuscivo più a ragionare lucidamente come fossi ubriaca, molto probabilmente ero anche arrossita, ma lui non se ne sarebbe accorto continuava a tenere lo sguardo basso.
“no Bella, ti prego. Scusami se ti ho ignorata tutto questo tempo. Ma ho dovuto. È stato più difficile per me che per te credimi. Io non volevo farlo, ma dovevo capisci? No certo non puoi capire” pian piano iniziò a lasciare la presa ed ad alzare lo sguardo”e io non posso capire te, sei un libro chiuso per me. Non riesco a capirti. vorrei tanto sapere cosa tu stia pensando in questo momento, fino a che livello arriva il tuo odio nei miei confronti, non so, però, quanto ne possa sopportare” ormai mi stava guardando negli occhi. Non riuscivo a pronunciare neanche un monosillabo, le sue parole mi avevano confuso ancora di più del suo odore e del suo sguardo profondo e pungente. Non lo capivo, cosa intendeva con non
posso o
dovevo? Avevo la mente annebbiata.
Cercai di riprendermi e dissi”Edward non ti capisco, e come hai fatto ad essere così veloce? Edward… cosa… sei?” non so neanche da dove scaturì quella domanda, so solo che lui indietreggiò, come se lo avessi minacciato di morte
“Qualunque cosa tu voglia che io sia” rispose cauto Edward, stava deviando la domanda
“te stesso”
“Non posso esserlo con te, se fossi me stesso in questo momento, tu cesseresti di vivere” la schiettezza di quella risposta mi fece rabbrividire, abbassai lo sguardo e dissi”ma sono viva ora, ciò vuol dire che c’è una parte di te che mi vuole in vita” non sapevo intorno a quale asse stesse girando il nostro discorso, andavo ad intuizione.
“la maggior parte di me stesso ti vuole qui”
“allora tu sei questo”
“Bella io non posso dirti altro, non posso dirti il nostro segreto”
“nostro?” non era l’unico ad essere così...straordinario allora?
“con te è troppo facile tradirmi. Senti Bella per adesso ti devi accontentare di quello che ti dico. Ti devi fidare di me”
“come faccio a fidarmi di te Edward?”
“non puoi” se solo in quel momento me ne fossi andata, se solo avessi deciso di non credergli, il mio destino, forse, sarebbe stato diverso. Diverso si…ma non più felice.
“ti credo, Cioè credo a quel poco che mi hai detto.”
“oh Bella, sei una ragazza straordinaria anche se avrei preferito che tu te ne fossi andata. Non sei al sicuro con me”
“Si che lo sono, tu mi proteggerai da qualunque cosa, anche da te stesso…se lo ritieni opportuno” lo guardai fisso negli occhi, occhi color oro, occhi in cui leggevo speranza, la mia e la sua. Non sapevo cosa lui fosse, e da dove venisse, non sapevo se e quanto fosse pericoloso stare con lui, ma ormai ne ero sicura: lo amavo, sin dal primo giorno; era stato facile nasconderlo a me stessa per tutto quel tempo, ma ora l’amore che provavo per lui mi dominava completamente. Preferivo rischiare la vita che perderlo.
Erano passati appena due giorni e già non riuscivo più a staccarmi da Edward,ma più che altro sembrava che lui non volesse lasciarmi un minuto da sola. Mi accompagnava a scuola, mangiavamo insieme a mensa, mi accompagnava a casa, mi veniva a prendere per le prove, andavamo a cena dopo le prove e poi mi riaccompagnava a casa, e quando non c’era, sentivo comunque la sua presenza sempre affianco a me, da fuori poteva perfettamente sembrare che stessimo insieme, ma in realtà non ci eravamo scambiati neanche un abbraccio, se non sul palcoscenico, e neanche un bacio anzi Edward aveva provvisto ad eliminare, di sua spontanea volontà, tutti i baci dal copione.
“Edward cos’è questo?” il direttore di scena era furibondo
“il copione” rispose con una tranquillità innata Edward
“e che fine hanno fatto tutti i baci tra Romeo e Giulietta? Perfino i Teletubbies sono più passionali!!!!!!!”
“Oh Signor Gallerd, ci sono dei bambini allo spettacolo non vorrà mica farli scandalizzare?!”
“Edward!!! Ma che cavolo stai dicendo ragazzo? Non stai mica violentando Bella in diretta scenica, la devi solo baciare” e colpì con un pugno il palco
“Signor Gallerd mi segua con molta attenzione, lo sa come funzionano queste cose no? Le mamme di Forks sono molto protettive con i loro piccoli lei pensa che la lasceranno stare dopo aver impressionato i loro bimbi? No singnor Gallerd, la denunceranno per atti osceni agli ufficiali della zona, che le toglieranno il teatro e lei, in questo modo rimarrà senza un lavoro. E senza lavoro signor Gallerd, lei può sfamare i suoi figli? Non può signore, così sua moglie sarà costretta a lasciarla, e lei si ritroverà in mezzo ad una strada a chiedere l’elemosina il giorno di natale, mentre sua moglie per farsi consolare, chiamerà a casa il suo migliore amico che per non far sentire ai suoi figli la mancanza di una presenza maschile si trasferirà nella sua vecchia casa, prendendo pian piano il suo posto, e lei allora penserà
se solo avessi dato ascolto a quel ragazzo ora sarei a festeggiare con la mia famiglia i 4 anni di Jhon invece di stare qui a pulire i vetri delle macchine per 20 centisimi al giorno.”
“wow ragazzo, certo che ne hai di immaginazione. Bè mi hai convinto, ma il bacio finale si farà punto e basta non voglio reclami, non finirò in mezzo ad una strada per un bacio tra una ragazza che resuscita ed un morto!” Edward sospirò, sicuramente sperava in un’altra reazione nel direttore di scena, così fece spallucce e si diresse dietro le quinte. Non capivo il motivo per il quale non mi voleva baciare, mi ero illusa di piacergli.
Rincorsi Edward fino al camerino dei costumi, aprì la porta ed Edward si stava cambiando,chiusi la porta e gridai in preda all’imbarazzo
“scusa scusa, dovevo bussare”
“tranquilla, può capitare” fece Edward aprendo la porta. Un velo di delusione mi pervase quando notai che si era rivestito, i miei occhi non avevano mai visto non corpo più perfetto del suo.
“ecco…volevo chiederti” ero troppo a disagio per parlare, dopo la figuraccia di poco prima con quale coraggio potevo chiedergli perché non mi volesse baciare?
“dimmi Bella” perché era così perfetto?, sempre così giusto in ogni situazione
“perché non mi vuoi baciare?” chiesi tutto d’un fiato
“perché non posso farlo” dopo aver risposto, si diresse verso il palco, poi si fermò e mi disse” Bella svelta cambiati, dobbiamo provare. Tranquilla non verrò a sbirciare, forse” e mi fece l’occhiolino.
Ero come al solito confusa, e come al solito non mi aveva dato una spiegazione, come quando gli chiesi perché la sua pelle era così fredda, così veloce, così forte. Non aveva paura di mostrare le sue doti affianco a me ma non mi dava mai una spiegazione, stavo sul punto di arrendermi alla menzogna.